Missione compiuta: il salvataggio dell’EAV è (quasi) realtà

Tanto tuonò che piovve. Mai come questa volta, una pioggia di milioni600, per la precisione. E’ questa infatti l’entità dell’assegno che il Governo si appresta a staccare per il salvataggio dell’EAV. Un segnale atteso a lungo dai tantissimi creditori che premono verso la controllata della Regione Campania, e sollecitato per più di un anno dal Presidente dell’azienda, Umberto De Gregorio, nominato nel luglio 2015 per portare avanti un’impresa ben oltre i limiti dell’impossibile: risanare l’ente di corso Garibaldi.

La difficoltà del compito appare chiaro nei numeri. L’EAV è, infatti, un gigante: 3.100 dipendenti che gestiscono 300 km di linee ferroviarie, 150 stazioni e producono 17 milioni di bus/km per anno. Negli anni d’oro del trasporto pubblico locale (TPL) in Campania, sotto la guida di Antonio Bassolino ed Ennio Cascetta, l’EAV non è stata solo un’azienda: bensì, ha rappresentato il “braccio armato” dell’assessorato ai Trasporti, progettando ed appaltando gran parte del disegno della metropolitana regionale. Tuttavia, con l’arrivo in Regione del centrodestra di Stefano Caldoro, il nuovo assessore al ramo Sergio Vetrella promuove, nel luglio 2010, una delibera di giunta regionale, che blocca il piano di investimenti sul potenziamento della rete ferroviaria, tagliando, al contempo, le risorse correnti. In poco tempo, la qualità del servizio di tutte le aziende di trasporto campane crolla. Le poche risorse, assieme al cambio del sistema di bigliettazione, comportano un aumento dell’evasione tariffaria. In particolare, i debiti dell’EAV, già notevoli, aumentano, fino a toccare la cifra record di 700 milioni.

Anche sull’onda di sdegno dei cittadini campani per un servizio di trasporti da terzo mondo, Vincenzo De Luca vince le elezioni regionali nel maggio 2015, con la promessa di rimettere in piedi le aziende di TPL. Per questo difficile compito, vengono indicati Umberto De Gregorio, a capo dell’EAV, ed il neo consigliere regionale Luca Cascone, ex assessore ai trasporti del Comune di Salerno, Presidente della Commissione Trasporti della nuova Regione targata PD. Tuttavia, la parte del leone la gioca sicuramente l’ottimo rapporto personale fra De Luca ed il premier Renzi, testimoniato dall’impegno economico del Governo su più fronti: la realizzazione della TAV Napoli-Bari e della stazione AV di Afragola, il Patto per la Campania, i fondi per la rimozione delle ecoballe e, in ultimo, lo sblocco dei fondi per il salvataggio dell’EAV.

Una misura che la pattuglia di parlamentari campani del PD aveva già tentato di inserire nella Legge di Bilancio dello scorso anno, senza successo. In quella sede, si era riusciti a prorogare solo l’indispensabile blocco dei pignoramenti e delle esecuzioni, per difendere l’EAV dai creditori ed evitare il fallimento. Poi, a luglio 2016, un nuovo tentativo, ancora andato a vuoto, per inserire un contributo straodinario di 400 milioni nel disegno di legge 3926 denominato “Misure finanziarie urgenti per gli enti locali ed il territorio”. Nonostante il parere favorevole della Commissione Trasporti della Camera, l’articolo pensato ad hoc per l’EAV non vede la luce. La svolta negli ultimi giorni, con il Governo che inserisce il salvataggio dell’azienda in un collegato alla Legge di Bilancio 2017, più precisamente il decreto legge 193 che prevede “disposizioni urgenti in materia fiscale e per il finanziamento di esigenze indifferibili”.

La battaglia parlamentare sarà dunque tutta improntata a difendere la misura prevista, e non ad inserirla. Una sfida di più leggera portata rispetto agli anni passati, che però presenta inevitabili insidie: infatti, sono già pesanti le proteste di alcuni parlamentari (una su tutti, Barbara Saltamartini della Lega Nord) che vedono l’assegno di 600 milioni come l’ennesimo regalo ad un Sud sprecone, una marchetta elettorale di Renzi verso De Luca in vista del referendum costituzionale ed aiutare il SI che al Sud arranca nei sondaggi. Tuttavia, gli stessi che protestano dimenticano, o fingono di dimenticare, che la misura studiata per intervenire a favore dell’EAV è stata disegnata su quanto già fu attuato nella legge 190 del 2014 per il saldo dei debiti contratti dalla Regione Piemonte (comma 452 e seguenti).

Dunque, se tutto andrà come dovrebbe andare (l’uso del condizionale nelle aule parlamentari, si sa, è d’obbligo), la controllata regionale sarà finalmente in grado di ripartire, grazie ad una contabilità speciale dedicata, atta solo ad utilizzare i fondi stanziati per rinegoziare i debiti con i creditori, ai quali verrà chiesto probabilmente un ulteriore sacrificio: quello di accontentarsi di cifre minori rispetto a quanto precedentemente pattuito, però liquidate subito. Un’operazione complessa, che richiederà ancora tempo. Come altro tempo e pazienza servirà ai pendolari, che ogni giorno affollano le linee di Circumvesuviana, Cumana, Circumflegrea e MetroCampania Nord-Est.

Infatti, con la misura della prossima Legge di Bilancio si ritornerà ad una sorta di “anno zero”: non sfugge come la vera sfida per il rilancio dell’EAV sia quindi nella spesa corrente, ossia nelle somme destinate dalla Regione al funzionamento quotidiano di treni e bus, oltre che negli investimenti per l’acquisto di nuovi mezzi e per l’ampliamento della rete. Su questi capitoli, pur riscontrando primi positivi passi in poco più di un anno di nuova gestione regionale De Luca, manca ancora una visione d’insieme, probabilmente per ora sacrificata alla necessità di far fronte all’emergenza. Tuttavia, anche guardando all’orizzonte del 2019, termine ultimo imposto dall’Unione Europea per mettere a gara i servizi pubblici locali, sorge spontaneo chiedersi che modello si stia immaginando per i trasporti in Campania. Pochi anni fa, sotto le precedenti giunte di centrosinistra, il disegno era chiaro, ed era tracciato da un assessore al ramo: figura che ancora manca nell’organigramma della Regione, e che è giunto il momento di individuare. Perché, una volta usciti dall’emergenza, è tempo di progettare il futuro. Affinché l’assegno staccato una tantum dal Governo possa essere davvero l’ultimo.

Di seguito, si riporta per intero il testo dell’articolo riguardante l’EAV e contenuto nel decreto legge 193 del 22 ottobre 2016, denominato “Disposizioni urgenti in materia fiscale e per il  finanziamento di esigenze indifferibili” e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 249 del 24 ottobre 2016. I commi d’interesse per l’EAV sono i numeri 1, 2 e 4.

Articolo 11 – Misure urgenti per il trasporto regionale

1. A copertura dei debiti del sistema di trasporto regionale su ferro, nel rispetto degli  equilibri di finanza pubblica, è attribuito alla Regione Campania un contributo straordinario,  nel limite di 600 milioni di euro, per l’anno 2016 per far fronte ai propri debiti verso la  società EAV s.r.l., riguardanti esercizi pregressi per attività di gestione ed investimenti svolte  dall’EAV sulla rete. Entro il 31 dicembre 2016 la quota di cui al periodo precedente è trasferita alla Regione Campania su sua richiesta per essere immediatamente versata, nello  stesso termine, su conto vincolato della Società EAV S.r.l. per le finalità di cui al comma 2.

2. Le misure necessarie al raggiungimento dell’equilibrio economico della società di trasporto regionale ferroviario, EAV s.r.l., di cui all’atto aggiuntivo approvato con delibera della Giunta  regionale della Campania n. 143 del 5 aprile 2016, sono svolte in regime di ordinarietà dalla predetta società di gestione, sotto la vigilanza della Regione Campania, dalla data di scadenza  del Commissario ad acta di cui all’articolo 16, comma 5, del decreto legge del 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134. EAV s.r.l. predispone un piano di accordo generale che prevede il pagamento di quanto dovuto ai creditori, la rinuncia  a tutte o parte delle spese legali, degli interessi e altri accessori, ad una quota percentuale della sorte capitale. L’adesione al piano di accordo generale da parte dei creditori comporta la sospensione delle esecuzioni e comunque la rinuncia all’inizio o alla prosecuzione delle azioni esecutive. Il rispetto dei tempi di pagamento definiti nel piano di accordo generale e nelle  successive transazioni costituisce condizione essenziale. Il piano di accordo generale, le successive transazioni e la completa esecuzione a mezzo degli effettivi pagamenti non possono superare il termine complessivo di tre anni dalla data di entrata in vigore del presente decreto. Fino alla conclusione del programma di risanamento, continuano ad applicarsi le disposizioni di cui all’articolo 16, comma 7, del decreto legge 22 giugno 2012 n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134.

3. A copertura dei debiti del servizio di trasporto pubblico regionale dovuti dalla regione Molise nei confronti di Trenitalia S.p.a., è attribuito alla medesima regione un contributo straordinario di 90 milioni di euro, per l’anno 2016.

4. Agli oneri di cui al comma 1, pari a 600 milioni di euro per l’anno 2016 e agli oneri di cui al comma 3, pari a 90 milioni di euro per l’anno 2016, si provvede mediante corrispondente  utilizzo del Fondo sviluppo e coesione – programmazione 2014-2020. Le predette risorse sono rese disponibili previa rimodulazione, ove necessario, degli interventi già programmati a valere sulle risorse stesse.

 

(Articolo pubblicato per conto della testata giornalistica QdN – Qualcosa di Napoli e disponibile al seguente LINK)

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