“O muori da eroe, o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo”, recitava la frase simbolo di un notissimo film di qualche anno fa. Un’affermazione che vale in politica e in comunicazione: ricorda che c’è un tempo per tutto, che a lungo andare anche le migliori intenzioni risultano insufficienti alle orecchie di chi ascolta. E che alle volte conviene lasciare quando si è in una posizione di vantaggio. Per converso, se si rimane ai propri posti è necessaria una grande attenzione a non diventare il cattivo di turno – tanto più se umanamente non si merita quest’accezione. Ne ho parlato sabato 21 giugno 2025 sulle pagine del Corriere del Mezzogiorno.
“Il medium è il messaggio”: affidarsi a professionisti
Tuttavia, come scriveva Marshall McLuhan, uno dei padri della moderna comunicazione, “il medium è il messaggio”. Ossia, che il modo in cui un concetto viene trasmesso ha un impatto sulla percezione dell’individuo. Così, quando testate nazionali online molto popolari parlano di disastro trasporti campani, ci sono poche chances di invertire la narrazione. Non bastano video di spiegazione mettendo in fila i dati: ormai il messaggio è passato – e nel caso di specie ampiamente suffragato da disagi quotidiani.
Dell’argomento su queste colonne si è trattato più volte. Una comunicazione fatta da professionisti mette al riparo (almeno in parte) politici e manager, ed aumenta la qualità percepita del trasporto. Banalmente: il treno o il bus possono anche passare saltuariamente, ma almeno saperlo senza aspettare inutilmente alle fermate. Oppure, comunicare le chiusure con largo anticipo. Lascia infatti sorpresi la decisione di chiudere la Circumvesuviana EAV verso Baiano o della Linea 1 ANM nell’area nord di Napoli. Non tanto per la decisione in sé, ma per le tempistiche e la modalità dell’avviso che, se sbagliate, danno luogo a reazioni: vedasi la manifestazione prevista per sabato 21 giugno alla stazione di Scampia.
C’erano alternative a queste decisioni? Roma ha sostituito tutti i binari della Linea A (19 km) con lunghi lavori e disagi per gli utenti, senza però chiudere il metrò e con una comunicazione – caso quasi unico per gli standard capitolini – anticipata e capillare. Nel caso partenopeo pare che soluzione e tempistica fossero obbligate: al Comune, e non all’azienda, spettava spiegarle ai cittadini. Possibilmente non da profili social (peraltro privati) di assessori/politici, dove si confondono notizie personali e pubbliche, ma non compaiono mai quelle sgradevoli – che poi gli utenti scoprono all’improvviso davanti i cancelli sbarrati della funicolare, del metrò o della circum di turno.
Camere dell’eco e frammentazione: come non fare comunicazione
Di contro si offre grande attenzione social a temi minori che alimentano una “camera dell’eco” senza stimolare un vero confronto, e che sono lo specchio della frammentazione nella mobilità locale. Come ad esempio i biglietti per celebrare la vittoria dello scudetto del Napoli. Già due anni fa EAV ed ANM si realizzarono i propri con grafiche e tempi di emissione diversi. Quest’anno il copione si ripete – fra l’altro con il rischio, si spera sventato, di utilizzare un marchio registrato (“Mc Frat’m”). Fa riflettere che la popolazione sia unita nel supportare l’unica squadra partenopea, ma la città nelle sue varie espressioni non riesca a fare un unico biglietto celebrativo per questo storico momento.
Non stupisce: la comunicazione all’utenza va in ordine sparso, senza visione. Nei fatti manca un biglietto unico, così come una sola app, né c’è un sistema di aggiornamento dell’utenza che consenta di sapere quando passerà un mezzo di una determinata azienda – con tanti saluti all’intermodalità e alla multimodalità, concetti cardine di qualunque sistema trasportistico. In compenso, i validatori delle stazioni ANM per il tap-and-go mostrano il tricolore per celebrare lo scudetto, e presto avremo i tram in azzurro in ossequio alla passione calcistica.
Peccato che fra Napoli e provincia per effettuare gli stessi servizi vi sia una giungla di livree. Bus, tram, filobus, metropolitane, funicolari, treni suburbani: hanno tutti colori e stili diversi, con buona pace dell’italiano Massimo Vignelli che nella comunicazione dei trasporti ha fissato standard internazionali tutt’ora validi, se si pensa che la mappa della metropolitana di New York da lui disegnata è stata reintrodotta ed aggiornata a cinquant’anni dall’ideazione.
La frase in apertura è di un film di supereroi, uomini che compiono azioni eccezionali. Per amministrare questa città si dà atto che un po’ bisogna esserlo. Tuttavia, è necessario superare la straordinarietà per puntare alla normalità di bus e treni che passano senza affanni. Per non diventare i cattivi di turno agli occhi di utenti esasperati.