Il Pessoa Luna Park e una proposta per l’ex Ospedale Militare

Fra i temi che marcano il dibattito cittadino, la movida è uno dei più accesi. Argomento a tutto tondo: come e dove i giovani si divertono, le ricadute economiche e sociali dell’economia della notte, l’attrattività della città per turisti incuriositi da un frizzante by night. Tiene particolarmente banco la vivibilità dei quartieri interessati dal fenomeno, con (giuste) proteste di cittadini esasperati dalla confusione, nonché la scarsa offerta oltre al semplice bar/discoteca. In una città che fatica ad essere policentrica, anche a causa di un sistema di trasporti inefficiente e inadeguato, soluzioni strutturali sono difficili da trovare. Si finisce così col concentrare le attività in poche, ben localizzate zone.

Pessoa Luna Park - ingresso

L’ingresso del Pessoa Luna Park nell’ex Ospedale Militare di Napoli

Per tutte queste ragioni, è molto interessante quanto sta avvenendo all’ex Ospedale Militare di Napoli, nel cuore dei Quartieri Spagnoli, che fino al 16 ottobre ospiterà il “Pessoa Luna Park”, organizzato dall’omonimo collettivo su bando del Comune di Napoli. Ne parlo oggi, martedì 4 ottobre, sulle pagine de La Repubblica Napoli. Dal mercoledì alla domenica, chi varca il portale del Pessoa potrà vedere installazioni di arte contemporanea, monologhi teatrali, opere d’arte, performance artistiche, letture di poesie, concerti, jam session, tornei di giochi, mercati dell’usato, workshop per adulti e bambini. Il tutto organizzato con stile e sagacia da un gruppo di brillanti ragazzi che trasformano gli spazi dimenticati delle città in piccole utopie.

Pessoa Luna Park - neon

Un particolare degli spazi del Pessoa Luna Park

L’iniziativa ha avuto grande eco grazie al passaparola social, riscuotendo numeri importanti: basta affacciarvisi per rendersi conto di come, se costruita con intelligenza, un’offerta sostenibile di svago e divertimento è possibile, attraendo ragazzi di un’ampia fascia d’età e delle più diverse estrazioni socio-economiche, superando così gli steccati che la divisione per quartieri della movida in genere presenta: un approccio posh a Chiaia, alternativo al centro storico, o mainstream nei locali di Bagnoli.

Pessoa Luna Park - stand

Gli stand del Pessoa Luna Park a chiusura di serata

L’operazione Pessoa getta luce su un altro grande tema napoletano: il riutilizzo di spazi urbani abbandonati. In tempi in cui si inseguono inspiegabilmente nuove cubature invece di puntare al riutilizzo dell’esistente (si pensi al progetto Porta Est della Regione Campania), il complesso dell’ex Ospedale Militare rappresenta una gemma dimenticata con i suoi 25.000 mq e un enorme parco urbano. Un luogo centrale ma protetto dal caos cittadino, e inoltre ben collegato: c’è un potenziale ampio parcheggio ed è servito da due fermate della funicolare di Montesanto, quella di corso Vittorio Emanuele e l’omonimo capolinea, dove arrivano anche Cumana, Circumflegrea e Linea 2 del metrò. A questo fondamentale nodo trasportistico l’ex Ospedale è addirittura collegato con un sistema di scale mobili competenza dell’EAV, realizzato ai tempi della sindacatura Iervolino ma dall’epoca tristemente ferme.

Pessoa Luna Park - ex Ospedale Militare

L’ex Ospedale Militare: se ristrutturato, il luogo perfetto per ospitare la nuova sede della Biblioteca Nazionale

Per il recupero dell’area si sono immaginati tanti progetti: sede distaccata dell’università Suor Orsola, progetti europei con il bando URBACT. Tutto fermo, forse perché manca anima a queste idee che solo dai giovani può venire come il Pessoa dimostra. Allora, una proposta: si sposti qui la Biblioteca Nazionale. Palazzo Fuga, indicato dall’ormai ex Ministro Franceschini, è sovradimensionato nonché irraggiungibile per chiunque, sia per i dipendenti della Biblioteca che per i ragazzi che la frequentano, utilizzatori di mezzi pubblici che non esistono a piazza Carlo III. L’ex Ospedale è invece perfetto: centrale, silenzioso, ben collegato, immerso nel verde. Il luogo ideale dove studiare e socializzare in modo sano. Quello che spesso manca in una città segnata da tante idee, ma poco senso di realtà.

 

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