Due sfide per il Comune e il neo Ministro della Cultura

La politica è il regno del possibile. Succede così che il primo Presidente del Consiglio donna della storia d’Italia non provenga dalle fila dei progressisti, ma dalla destra popolare. Accade poi che, in un Governo a trazione nordista, ad occupare la casella di Ministro della Cultura sia uno dei pochi meridionali presenti, ossia Gennaro Sangiuliano, già Direttore del TG2 e partenopeo d’origine. Eppure, per uno scherzo del destino proprio Napoli non ha un Assessore al ramo, così come la Campania dove mancano anche i responsabili di Sanità e Trasporti: le due maggiori voci di bilancio regionale, ma questa è un’altra surreale storia.

A ciò si aggiunge che per rappresentare in Parlamento la città e la regione senza Assessore alla Cultura è stato candidato alle ultime elezioni… l’uscente Ministro della Cultura Dario Franceschini, che però è di Ferrara. In questi incroci politici, emerge il gesto del neo Ministro che per la prima uscita pubblica ha scelto di visitare la sua città natale in un giorno simbolico: il centenario della marcia fascista su Roma (28 ottobre), ricordando però il Manifesto degli Antifascisti del filosofo partenopeo Benedetto Croce e visitato il Museo Archeologico Nazionale (MANN), definito “il più importante del mondo”.

Il futuro dell’Albergo dei Poveri, nuovo Louvre o biblioteca?

Ci si augura che, con la presenza di un Ministro napoletano, ora Comune e Regione si affrettino a indicare il responsabile della Cultura nelle rispettive giunte perché le questioni da affrontare, soprattutto nel capoluogo, necessitano di costante attenzione. Due su tutte toccano temi anche urbanistici e trasportistici, come l’eterna vicenda dell’Albergo dei Poveri per il cui rilancio sono disponibili 100 milioni del PNRR. Il comitato Rinascita Artistica del Mezzogiorno (RAM) ha lanciato da tempo una soluzione semplice ma geniale, e forse per questo ignorata: fare di Palazzo Fuga il “Louvre napoletano” ospitandovi opere conservate nei depositi dei musei nazionali in giro per l’Italia che, è cosa nota, scoppiano.

Albergo dei Poveri

L’Albergo dei Poveri (Palazzo Fuga) visto dall’alto

Una proposta recentemente soppiantata dall’idea di spostare in loco la Biblioteca Nazionale di Palazzo Reale, oggi raggiungibile da tutta la città grazie alla vicina metropolitana e alla funicolare Centrale. Palazzo Fuga è invece a piazza Carlo III, fuori (ad ora) da ogni sviluppo della rete trasportistica, impossibile da raggiungere per i tanti studenti che affollano le sale di piazza Trieste e Trento. Il rischio di una cattedrale nel deserto è concreto, tanto più che il progetto presenta costi elevatissimi secondo la Direttrice della stessa biblioteca.

Una soluzione potrebbe essere l’abbandonato ex Ospedale Militare, circondato dal verde, dotato di potenziali parcheggi e collegato al cruciale nodo d’interscambio della vicina Montesanto dove arrivano funicolare, Cumana, Circumflegrea e metrò Linea 2. Così Palazzo Fuga potrebbe essere un grande museo, Palazzo Reale tornare alle sue funzioni, e l’ex Ospedale diverrebbe un luogo di cultura e sana interazione giovanile, come già ricordato su queste pagine in occasione del Pessoa Luna Park.

Rilanciare il comprensorio di San Martino

Vi è poi San Martino, comprensorio museale fra Certosa e Castel Sant’Elmo di grande fascino ma attanagliato da un degrado di cui nessuno sembra voler farsi carico. Un vecchio progetto da recuperare prevede la quarta fermata della funicolare di Montesanto (QUI per maggiori dettagli), per garantire accessibilità alla zona e attivare una ZTL che salvaguardi gli abitanti e i monumenti dal folle traffico che marca l’area soprattutto la sera, in attesa di un biglietto unico castello-Certosa e l’apertura al pubblico del terzo livello dei giardini di quest’ultima, un gioiello nascosto.

Durante la sua prima uscita pubblica, il Ministro Sangiuliano ha dichiarato che il patrimonio culturale va reso fruibile con parcheggi e trasporti pubblici. Da Napoli possono venire esempi virtuosi in tal senso, cogliendo l’opportunità di una sinergia istituzionale basata su comuni natali e sensibilità, al di là dei colori politici.

 

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