I recenti casi dell’aggressione di una donna nella fermata Dante della metropolitana e il decesso di un uomo nella funicolare di Montesanto hanno drammaticamente sollevato un tema che i pendolari napoletani ben conoscono: la mancanza di rete telefonica nel sistema dei trasporti su ferro. Una questione che nell’epoca degli smartphone è diventata ineludibile. Ne ho parlato lunedì 7 febbraio 2022 sulle pagine de La Repubblica Napoli.
Entrare in metropolitana o entrare in un bunker?
Nino Simeone, Presidente della Commissione Mobilità del Comune, ha di recente richiamato una delibera di ben sette anni fa in cui Palazzo San Giacomo dava mandato alla Napoli Holding di sanare la situazione sulla Linea 1. L’Assessore competente, Edoardo Cosenza, ha dichiarato che sta lavorando per sbloccare la vicenda. Tuttavia, la mancanza di rete non riguarda la sola Linea 1, tanto più ora che Il COVID ha rimarcato l’importanza dei device tecnologici, senza i quali durante il lockdown sarebbe stato impossibile studiare o lavorare.
Uso dei cellulari a bordo treno: in molte città italiane è realtà
E’ da domandarsi in quale mestiere della contemporaneità ci si può permettere di essere disconnessi per un tempo indefinito, ossia quanto ogni giorno avviene in una qualsiasi stazione sotterranea della rete su ferro napoletana, che sia di competenza comunale o regionale. Una dimensione parallela in cui, paradossalmente, non si può avvisare se si è in ritardo a lavoro o a un appuntamento. Peggio ancora: non si può neanche chiamare aiuto. Qualcosa che nel resto d’Italia è ben chiaro: basti pensare che è dal 2009 che l’intera rete metropolitana milanese è coperta da segnale telefonico.
La digitalizzazione: questa sconosciuta per i trasporti napoletani
Allargando lo sguardo, la mancanza di segnale telefonico è un sintomo della poca attenzione nei trasporti partenopei per la digitalizzazione e l’informazione all’utenza. Un esempio su tutti: nella maggior parte delle fermate manca ancora ciò che è scontato nel resto del mondo, ossia degli schermi che avvisino fra quanto tempo passerà il prossimo treno – cosa che, considerando la scarsa frequenza delle corse su ogni linea, sarebbe utile sapere.
Avere una rete internet disponibile sottoterra permetterebbe di aggirare in parte tale problema. Si potrebbe infatti creare un’app unica per tutto il sistema trasportistico campano dove poter avere informazioni in tempo reale, superando la pletora di app aziendali. Si sconta su questo, come su altri temi, la frammentazione delle aziende che viaggiano in ordine sparso: alcune hanno una o più app sviluppate in-house, altre si appoggiano a enti terzi, altre ancora non si pongono proprio il problema. Una piattaforma comune di partenza ci sarebbe: l’app e il sito del Consorzio UnicoCampania sono stati da poco rinnovati per la vendita dei biglietti. Potrebbero rappresentare, debitamente potenziati, un unico luogo virtuale anche per avere info sui trasporti regionali.
La mancanza di informazioni sui cantieri: un confronto con l’estero
Il tema del public engagement su questioni di mobilità non ha mai scaldato i cuori dei decisori pubblici, delle aziende e dei consorzi di costruzione, neppure per quanto riguarda un argomento sempre molto sentito: l’apertura di nuove linee e stazioni. Nel 2006 il sito internet della metropolitana di Torino fu indicato come uno dei migliori portali d’informazione del Paese, poiché restituiva puntuali notizie ai cittadini sui cantieri, indicandone i tempi di completamento: tutto questo 16 anni fa. Perfino nella disastrata Roma ogni mese si produce un notiziario dei cantieri sui lavori della metro C, la terza linea capitolina. Guardando all’estero, se a Bogotà la realizzazione del metrò è un processo partecipato dalla cittadinanza, a Londra la società CrossRail che realizza la nuova Elizabeth Line ha un canale YouTube con 40.000 iscritti e diversi video a settimana d’aggiornamento.
Un video d’informazione della nuova Elizabeth Line: un pregevole esempio di informazione sui lavori che rispetta la pazienza dei cittadini
Napoli è da tempo interessata da imponenti cantieri. Eppure, tutt’oggi manca un’adeguata informazione su che cosa verrà realizzato e in che tempi. Per anni, le notizie sono state veicolate solo da appassionati su forum online, e ancora ci si appiglia a estemporanee dichiarazioni per sapere se e quando una stazione sarà aperta. Eppure, sono obiettivi che dovrebbero essere slegate dal dibattito politico ed essere parte della mission di aziende di trasporto e consorzi di costruzione, al pari della possibilità di poter fare una telefonata all’interno di infrastrutture spesso nuove di zecca. Al di là di tutto, sarebbe un gesto di rispetto verso i cittadini, le cui abitudini sono spesso stravolte per anni dai lavori.
C’è ancora tanto da realizzare per potenziare le strade ferrate di Napoli: si spera che con la nuova amministrazione comunale, di concerto con quella regionale, si cambi passo nei cantieri ora aperti per sanare la contraddizione di trasporti che non fanno rete tra loro, né permettono di comunicare al loro interno, nella società cosiddetta dell’informazione.
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