Lo sviluppo della Linea 6 per una città più “larga”

Pochi giorni fa è stato inaugurato il collegamento sotterraneo fra il porto e la stazione del metrò di piazza Municipio, fondamentale per lo scalo marittimo con più passeggeri in Italia (dopo quelli dello Stretto di Messina). Il tunnel ha anche un altro scopo: sarà infatti l’interscambio fra Linea 1 e Linea 6 quando, fra un anno, la nuova metropolitana entrerà in servizio (5,5 km per 8 stazioni). Ne ho parlato giovedì 20 luglio 2023 sulle pagine del Corriere del Mezzogiorno.

Metro Linea 6, una storia lunga e travagliata

Un’infrastruttura dalla storia travagliata nata sulle ceneri della Linea Tranviaria Rapida (LTR), che doveva collegare Napoli da est a ovest per i Mondiali di Italia ’90. Si realizzarono poche centinaia di metri, poi il progetto fu sepolto da Tangentopoli. A fine anni ’90, si decide di recuperare quanto già costruito e di trasformare la LTR in metropolitana leggera come junior partner della più nota Linea 1.

La metropolitana Linea 6 di Napoli al 2024

Dopo lavori infiniti, critiche da parte di comitati cittadini, episodi drammatici (nel 2013 crolla in parte palazzo Guevara alla Riviera di Chiaia, per problemi nel vicino cantiere della fermata Arco Mirelli), si vede finalmente la luce in fondo al tunnel – è proprio il caso di dirlo – per un’opera che cambierà la mobilità di buona parte della fascia costiera partenopea.

Due questioni aperte: il deposito e i prolungamenti

Questo il presente. Sul futuro, tante e importanti le questioni aperte. In primis la mancanza di un deposito, che condizionerà anche la frequenza dei treni. Infatti, non avendo spazio per ricoverarne di nuovi, il servizio comincerà con i vecchi mezzi ex LTR, insufficienti a far fronte alle esigenze di una metropolitana moderna. Il Comune si sta muovendo: grazie a un accordo con le Ferrovie dello Stato realizzerà il nuovo deposito nelle aree abbandonate della stazione FS di Campi Flegrei. Incerti però sono i tempi, su cui servirebbe maggior chiarezza.

L’ipotesi di prolungamento della Linea 6 verso Posillipo

Vi è poi il cruciale tema dei prolungamenti. Il prossimo 19 giugno scade la gara per la progettazione di due future diramazioni della linea. Una sarà l’utile arrivo a Posillipo in piazza San Luigi, che permetterà di rompere lo storico isolamento del quartiere e ripensare le attuali linee bus come il noto 140, troppo lunghe per essere realmente efficienti.

L’estensione della linea verso Bagnoli: un progetto da rivedere

L’altra estensione è verso Bagnoli nell’area ex Italsider, da anni sottoposta a un Commissariato di Governo visto in passato come un “corpo estraneo” dalla città e causa di aspri dibattiti politici. Per ragioni tuttora poco chiare si è ignorato l’esistente progetto preliminare del prolungamento della Linea 6 elaborato dallo studio d’architettura Hitaka, già approvato dal Comune di Napoli il 26 novembre 2009 con delibera n. 1955 della giunta Iervolino. Il definitivo fu poi consegnato nel settembre 2010. Quell’idea vedeva il metrò arrivare dai Campi Flegrei fino alla Porta del Parco su via Diocleziano, lambendo il nucleo storico di Bagnoli e aumentando così la coesione sociale e territoriale di una borgata che aspetta da troppo tempo un rilancio all’ombra del fu ILVA.

La nuova ipotesi di prolungamento della Linea 6 verso Bagnoli

L’ampliamento ora proposto finisce invece a Coroglio, lasciando scoperta un’ampia porzione di territorio. Inoltre, non consente ulteriori sviluppi: si potrebbe infatti immaginare una Linea 6 che travalichi Bagnoli verso l’area ex NATO, Agnano con il sottoutilizzato ippodromo, fino a Pianura per scambiare con l’unica ferrovia che non è interconnessa con altre, la Circumflegrea. Centinaia di migliaia di abitanti (solo a Pianura ve ne sono 50.000) ad oggi tagliati fuori da sistemi di trasporto rapido di massa. Una tale idea consentirebbe poi di intercettare anche il traffico proveniente dai Comuni a ovest del capoluogo, diminuendo la pressione sul capoluogo. Un progetto-manifesto di rilancio per aree da sempre lasciate ai margini dell’agenda politica, che l’attuale amministrazione potrebbe intestarsi, e rilanciato qualche giorno fa anche da Uberto Siola che ha firmato alcune stazioni del metrò prossime all’apertura.

La necessità di una città più “larga”

Napoli sta diventando una città classista, che si restringe invece di allargarsi a causa di un sistema di mobilità che non funziona. Il risultato si vede ogni giorno nel traffico fuori controllo. Il trasporto pubblico contribuisce a riqualificare socialmente interi quartieri, rivitalizzando l’economia e il mercato immobiliare, per cittadini, turisti e studenti, come raccontato sul Corriere del Mezzogiorno lo scorso 24 maggio. Stupisce che questi concetti fatichino a diventare patrimonio comune di una politica locale che sembra distratta, se non assurdamente divisa, ad esempio nell’incomprensibile querelle sul raddoppio della Circumvesuviana a Castellammare.

Linea 6 ipotesi Hitaka

La precedente ipotesi di prolungamento della Linea 6 verso Bagnoli elaborata dallo studio Hitaka

Si coinvolga la cittadinanza, ascoltandola, non calando i progetti dall’alto: dall’estensione della Linea 6 può dipendere il futuro di intere parti di città. Tempo, se si vuole, ce n’è. Di recente, con un sondaggio online gli abitanti di Los Angeles stanno scegliendo il percorso del futuro sviluppo del metrò cittadino. Ci si riesce in una megalopoli di 11 milioni di abitanti, perché non provarci anche nella ben meno popolosa Napoli?

 

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